venerdì 24 febbraio 2017

Scopello, La Tonnara e la Riserva Naturale dello Zingaro


SCOPELLO

L’antico borgo marinaro di Scopello, si affacia sul Golfo di Castellamare a pochi chilometri dalla stessa cittadina, il nome deriva dal greco Skopelòs che vuol dire scoglio e  sorgerebbe sul sito della mitica città di Cetaria, cosi chiamata per eccezionale abbondanza di tonni esistenti sul suo mare.


Furono gli Arabi a dare il nome di Iscubul  a questo sito e nel seicento edificarono il Baglio, termine arabo “bahal” che vuol dire cortile, circondato da poche case addossate, una piazzetta lastricata un abbeveratorio in pietra, e furono gli stessi arabi  a ristrutturarvi la tonnara, una volta distrutta la città di Cetaria.
Oggi il complesso della Tonnara di Scopello è in disarmo , la pesca de tonno, fatta dalle vecchie tonnare non è più redditizia, ma tutto è rimasto perfettamente funzionante ed efficiente, dal complesso dei magazzini al baglio, dalle abitazioni alle barche ed alle reti: silenti testimoni di un’antica civiltà marinara ormai pressocchè scomparsa in tutta la Sicilia. Proprio in questo specchio d’acqua è stato realizzato il percorso archeologico “Museo Sommerso”. Su un fondale da i 16 e 18 metri, si possono ammirare colli d’anfora, puntali e frammenti di varie epoche, oltre ad una macina di pietra probabilmente utilizzata come zavorra.


I reperti hanno un etichetta di cui è descritta la tipologia e il periodo di appartenenza. Alta, si erge la torre Bennistra (XVI sec.) che sovrasta la verde vallata. Più su verso la vertigine di Monte Sparagio (1200mt), il Bosco di Scopello, un tempo dimora di cervi, lupi e cinghiali, ricorda le battute di caccia di Ferdinando III di Borbone, che lo elesse a rango di riserva reale. Teatro di vicende storiche, Scopello e il suo territorio sono avvolte da un alone di mistero alimentato dalle leggende e dai racconti dei vecchi del paese.  Un' atmosfera accattivante, coinvolgente, come l'ospitalità e la disponibilità degli scopellesi. 


La cucina tradizionale a base di pesce, le specialità gastronomiche della civiltà agricola, le ceramiche di scuola locale, le rassegne e le manifestazioni culturali, la possibilità di alloggiare in comode case e in confortevoli pensioni, offrono ai visitatori l' opportunità di trascorrere uno straordinario soggiorno, in cui natura e cultura gareggiano indimenticabilmente.


 



giovedì 21 febbraio 2013

Antico Emporio Segestano Al Madarig

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Antico Emporio Segestano, punto di vedetta Arabo-Normanna, antico caricatore e porto commerciale, luogo di rifugio e di conquiste, contea e principato: Castellammare del Golfo, l’antico Al MadarigI Gradini” come lo chiamavano gli arabi, non è solo un semplice paese, ma un luogo ricco di memorie e di storia che hanno ispirato nei secoli chi vi ha fatto sosta. Da qui prende nome tutto il golfo che parte da Punta Raisi nel palermitano per arrivare a Capo San Vito, ospitando così una delle più belle coste di tutta la Sicilia. Castellammare del Golfo conserva da sempre qualcosa di magico che si annusa nell’aria, nel fresco vento notturno dell’estate, nella brezza marina, nei profumi della terra e tra gli occhi della gente; ed è qualcosa che conquista e resta dentro tanto da avere sempre il desiderio di voler ritornare.  Incastonata nell'omonimo golfo tra il litorale e il Monte Inici, lussureggiante di vegetazione, Castellammare del Golfo è una bellissima località balneare con magnifiche spiagge, appartate calette, scogli e faraglioni: uno dei tratti più spettacolari della costa siciliana. 


Secondo l'opinione di storici e geografi, Castellammare è l'antico Emporio dei Segestani, ossia il porto di Segesta, il luogo in cui si svolgevano i commerci marittimi della Città degli ElimiI Cartaginesi fecero dell'emporio uno dei più grandi centri fortificati durante le lotte con la vicina Selinunte.  Dopo le guerre puniche, tramontata la potenza cartaginese, la zona venne valorizzata dai Romani, che la resero inespugnabile con la costruzione di un fortilizio. Gli Arabi, la cui dominazione ebbe inizio nel IX sec., distrussero Segesta, ma incrementarono al contrario il suo porto, che fu chiamato Al-Madarig “I gradini”, e ne favorirono la vocazione commerciale con l'insediamento di una tonnara.  Fu nel periodo svevo che, in seguito al rafforzamento delle fortificazioni, la cittadina fu chiamata per la prima volta Castello a mare. Sia sotto il dominio angioino che sotto quello spagnolo mantenne, con alterna fortuna, la sua qualità di porto. Un ulteriore impulso allo sviluppo della città si ebbe nel periodo della dominazione aragonese, quando divenne centro  commerciale per il trasporto del grano.



                                                                                                                                 





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L'espansione urbanistica tra il XVII e il XIX secolo si strutturò inizialmente sul modello a croce  di  strade per  poi ampliarsi con nuove vie e isolati sino a raggiungere le pendici di monte
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Oggi Castellammare grazie ad un patrimonio di valore inestimabile, costituito dalla straordinaria bellezza naturalistica delle sue coste e del suo immediato entroterra, si è giustamente proposta come importante polo di attrazione turistica che molto può offrire ai suoi visitatori.